Università, aumentano le matricole… e diminuiscono i docenti
Recentemente pubblicato, il Rapporto biennale sullo stato del sistema universitario e della ricerca, evidenzia come dopo diversi anni di riduzioni, il numero delle immatricolazioni sia tornato a crescere, riguardando principalmente la fascia d’età più giovane. Pertanto, almeno un dato positivo: nel corso dell’ultimo biennio il calo delle immatricolazioni si è arrestato, e – anzi – negli ultimi dodici mesi si è registrata una positiva e soddisfacente inversione di tendenza, con un aumento dell’1,6 per cento del numero di immatricolati, che sale al + 2,4 per cento se si considerano i giovani con età inferiore ai 20 anni.
Territorialmente, le matricole risultano essere cresciute soprattutto al Nord, dove si registra un balzo del 3,2 per cento, contro il progresso più lento al Sud, + 0,4 per cento, e al passo indietro del Centro, – 0,1 per cento. Non solo: a contraddistinguere una particolarità quasi solamente italiana, vi è il fatto che contro quel che avviene nel resto d’Europa, da noi i nuovi iscritti sono principalmente i ventenni che hanno appena preso il diploma. Di fatti, risulta evidente dalle statistiche come chi entra all’università dopo i 25 anni sia solamente il 4 per cento, contro il 15 per cento del 2005.
Ancora, gli studenti universitari italiani sono passati dal 2 per cento del Duemila, al 9 per cento di oggi. Tuttavia, il dato cela evidenti difficoltà di sistema. Sia sufficiente ricordare, ad esempio, come gli immatricolati italiani siano scesi di due punti percentuali tra il 2007 e il 2012, e che nel solo ultimo anno è stato recuperato un punto. Non solo: nel triennio 2012-2015, gli atenei del Sud hanno perso ben il 17 per cento degli studenti rispetto al triennio 2007-2010, con un crollo del 26 per cento nelle isole. Al Nord Est le cose sono andate un po’ meglio, visto che qui gli studenti sono calati solo di un punto percentuale, mentre nel Nord Ovest le immatricolazioni sono cresciute di 4 punti.
Per quanto attiene infine il numero dei docenti, erano 62.753 unità nel 2008, e sono diventati 50.369 nel 2015, con un rapporto di un docente ogni trenta studenti. I professori associati insegnano mediamente 111,6 ore l’anno, mentre gli ordinari insegnano 110,3 ore l’anno. I ricercatori a tempo indeterminato insegnano 77,4 ore l’anno, mentre i ricercatori a tempo determinato insegnano per 67,8 ore l’anno.