Soldi pubblici alle Università, i fondi non aumentano
I soldi alle Università? Sono sempre gli stessi, e sono sempre pochi: meno di 7 miliardi di euro. Per il nuovo anno infatti, i finanziamenti pubblici non vengono ritoccati al rialzo, e l’unica novità di rilievo è il fatto che il sistema premiante valuterà anche le indicazioni delle stesse università, a sviluppare la necessità di conferire una maggiore autonomia degli atenei.
Come ricordava il quotidiano La Repubblica, che ha dedicato un ampio e interessante approfondimento in merito, il decreto con i criteri di ripartizione è stato già inviato ai quattro istituti contemplati dalla legge e prevede, innanzitutto, che la quota premiale per gli atenei più efficaci, produttivi, impegnati resti al 20 per cento (vale 1,4 miliardi di euro, contro il 7 per cento del totale del 2009 e il 13,9 per cento del totale nel 2012).
Fermo restando che i soldi complessivamente non aumentano, nella bozza trova spazio la crescita degli stanziamenti per i dottorati e le borse post lauream, che passano da 112,9 milioni di euro a 135 milioni di euro, con il 60 per cento di queste risorse che sarà riservato al lancio dei “dottorati innovativi” previsti dal Piano nazionale della ricerca. Ancora, Il 10 per cento dei 59 milioni di euro presenti nel Fondo giovani dovrà servire a incentivare la mobilità internazionale degli stessi dottorandi. Vengono altresì confermati i 5 milioni di euro per il bando Montalcini, destinato al rientro di studiosi dall’estero, e viene rinnovato un cofinanziamento (10 milioni) per chiamate dirette, nuovi ricercatori di tipo B e incentivi alla mobilità dei docenti. Infine, nella bozza si legge di un incremento del peso del c.d. “costo standard”, che per l’anno in rilievo passa dal 25 per cento al 30 per cento, mentre rimangono gli interventi perequativi per non penalizzare alcuni atenei.
Come riportato dal quotidiano La repubblica, gli universitari della Link parlano di un decreto da bocciare: “Non aggiunge risorse al settore pubblico più tagliato negli ultimi sette anni e persevera nella distribuzione delle risorse seguendo criteri premio-punitivi, affossando ancor di più i tanti atenei già in difficoltà, localizzati specialmente al Sud” – afferma il portavoce Alberto Campailla – “La strada intrapresa dal Governo porta alla chiusura di molti atenei, all’impoverimento delle regioni meridionali e alla distruzione del sistema universitario”. Simile opinione anche per gli studenti dell’Udu, che sottolineano come “il fondo dal 2009 ha perso oltre 800 milioni. Il sistema universitario è già al collasso, bisogna incrementare i finanziamenti e rivedere profondamente i criteri di riparto”.