OCSE boccia gli studenti italiani
Gli studenti italiani? Non promossi, e nemmeno rinviati. Perchè per quanto gli studenti tricolori si impegnino, per l’OCSE sono sempre il fanalino di coda per quanto concerne le capacità (pare, poche) in matematica, e non solo (lettere e scienze non riescono a fornire dati più incoraggianti).
Insomma, per l’OCSE le competenze multidisciplinari dei 15enni italiani sono ben al di sotto della media degli altri Paesi. I dati, che si riferiscono al 2012, sostengono infatti che il 25% dei 15enni della Penisola ha problemi in matematica (se preferite i termini assoluti, 140 mila ragazzi), mentre circa il 20% (oltre 110 mila studenti) ha carenze nella lettura e nella comprensione di un testo. Ancora, poco meno del 20% non è preparato adeguatamente nelle scienze?
E nel resto d’Europa? La media per il vecchio Continente riferisce del fatto che la media dei carenti in matematica è del 23% , mentre per la letteratura e le scienze la percentuale è del 18%. Insomma, anche in Europa non si brilla particolarmente, ma l’Italia riesce ancora a fare peggio, soprattutto per quanto concerne la matematica.
Ad ogni modo, non tutto è negativo (anzi). Qualche esempio? Nel 2003 le insufficienze gravi (ovvero, al di sotto della soglia minima) rappresentavano il 13% del totale, mentre nel 2012 la percentuale è scesa al 9%. Dal 2003 al 2012 la soglia dei ragazzi con scarse competenze matematiche è inoltre in generale diminuita del 7%, e lo stesso può dirsi per le scienze. I carenti in lettura sono invece diminuiti di soli 4 punti percentuali.
Ancora, tra i ragazzi giudicati “insufficienti”, l’OCSE ricorda che 6 su 10 hanno l’abitudine di marinare la scuola, 4 su 10 vengono da famiglie disagiate e studiano 4 ore di meno a settimana rispetto a quanto avviene con i coetanei stranieri.
Infine, conclude l’OCSE, l’intero sistema scolastico italiano rimane fanalino di coda dell’istruzione nei Paesi OCSE, con i più arretrati che rimangono solamente la Grecia e il Portogallo: in Italia 67.285 ragazzi ogni anno dimostrano di avere seri problemi in tutti gli ambiti.
“Questo – ha sottolineato il direttore dell’Education and Skills dell’Ocse, Andreas Schleicher – ha conseguenze sia a livello personale che delle economie e delle società: questi ragazzi rischiano di lasciare la scuola prima di finirla e così si compromette l’intero sistema economico e la crescita del proprio Paese”.