Il numero chiuso all’Università: pro e contro

Il numero chiuso all’università è un argomento dibattuto da molti anni, con sostenitori e detrattori che avanzano diverse ragioni a favore e contro questo sistema di selezione.

In questo breve approfondimento abbiamo cercato di riassumere le posizioni di entrambe le fazioni: cominciamo dai sostenitori del numero chiuso, per passare poi ai detrattori.

Pro del numero chiuso

Chi si dichiara a favore del numero chiuso lo fa generalmente perché ritiene che così vi sia una maggiore qualità dell’insegnamento: con un numero limitato di studenti, i docenti possono dedicare più attenzione a ciascun allievo, garantendo una didattica più personalizzata e un migliore apprendimento. Di conseguenza, c’è anche un minore affollamento nelle strutture: avere meno studenti permette di ridurre la congestione nelle aule, nei laboratori e nelle biblioteche, favorendo un ambiente di studio più confortevole e sicuro.

Il risultato dovrebbe dunque essere quello di poter disporre di migliori risultati di apprendimento: studi recenti hanno effettivamente dimostrato che gli studenti che frequentano università a numero chiuso tendono ad avere un rendimento accademico più alto e a laurearsi in tempo minore rispetto a quelli che frequentano università a numero aperto.

Infine, vi è anche un maggior controllo sul flusso di laureati in determinate professioni: il numero chiuso permette di calibrare il numero di laureati in professioni per cui la domanda di lavoro è limitata, evitando la saturazione del mercato e la disoccupazione.

Contro del numero chiuso

Di fianco a coloro che ritengono che il numero chiuso serva, ci sono anche coloro che invece si dichiarano contrari. Tra di essi, chi sostiene che sia una limitazione del diritto allo studio: il numero chiuso può essere visto come una restrizione all’accesso all’istruzione universitaria, ostacolando il diritto allo studio di studenti meritevoli ma che non superano il test d’ingresso.

C’è anche chi sostiene che il numero chiuso alimenti le disuguaglianze sociali: il costo elevato dei corsi preparatori e le difficoltà di accesso al test d’ingresso possono svantaggiare studenti provenienti da famiglie meno abbienti o da zone geografiche meno servite. Inoltre, c’è il rischio di selezione non meritocratica: il test d’ingresso, se non strutturato in modo adeguato, potrebbe non valutare correttamente le attitudini e le potenzialità di tutti gli studenti, favorendo i candidati più abili a superare test mnemonici a discapito di quelli con competenze diverse.

Infine, c’è chi sostiene che il numero chiuso alimenti delle rigidità del sistema: il numero chiuso limita la flessibilità del sistema universitario, rendendo difficile l’adattamento alle mutevoli esigenze del mercato del lavoro e alle nuove professioni che emergono nel tempo.

Insomma, la valutazione dei pro e dei contro del numero chiuso all’università è complessa e dipende da diverse variabili, come la specifica facoltà di studio, il contesto socio-economico e le politiche universitarie del Paese…

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