Continuano a crescere le immatricolazioni universitarie britanniche
La Brexit continua a far paura ma… evidentemente non alle istituzioni universitarie britanniche, che possono ben festeggiare un discreto aumento delle iscrizioni. Stando agli ultimi dati ufficiali forniti in Gran Bretagna, infatti, il numero di richieste di iscrizione per l’anno accademico 2018-2019 dai paesi dell’Unione europea è aumentato del 3,4 per cento su base annua, per un totale di 43510 (potenziali) iscritti. Trova così inversione la tendenza delle immatricolazioni 2016 che, invece, evidenziarono un declino: 3 mila richieste in meno. Ma per quali motivi sempre più giovani stranieri vogliono iscriversi nelle università della Gran Bretagna, che fino a non poco tempo fa temevano un’erosione di studenti europei a causa della Brexit.
Probabilmente, il merito è anche del rasserenarsi del contesto internazionale. Non solo la Gran Bretagna resterà a pieno titolo nell’Unione europea fino al 29 marzo 2019 (e dunque fino a quel momento nulla cambierà per gli studenti), ma sulla base delle intese raggiunte fra Londra e Bruxelles, gli studenti europei che si iscriveranno entro tale data potranno riservarsi poi il diritto a restare sul territorio a tempo indeterminato, anche per lavorare.
Probabilmente, in tal modo si può scoprire perché il numero di immatricolazioni abbia vissuto un declino immediato nel post referendum, e un successivo aumento delle richieste di iscrizione dai Paesi europei. Dunque, se fin qui si può tirare un sospiro di sollievo, rimarrà poi da comprendere cosa accadrà l’anno prossimo.
L’impressione è che molto dipenderà da come prosegue il negoziato sulla Brexit, visto e considerato che Londra e Bruxelles devono ancora mettersi d’accordo sulle condizioni del “periodo di transizione”, dal 30 marzo 2019 al 31 dicembre 2020, in cui tutto rimarrà ancora inalterato, ma in cui molto sarà deciso. Peraltro, uno dei punti in sospeso è proprio lo status dei cittadini europei, studenti inclusi, che verranno a vivere qui nel periodo di transizione. L’Unione Europea vuole che tali cittadini godano degli stessi diritti di sempre, pagando ad esempio le medesime rette universitarie dei britannici, usufruendo dei prestiti come i britannici, potendo rimanere qui per sempre, e così via. Da Londra si punta invece a porre in essere delle strette di proporzioni più o meno vigorose. Chi l’avrà vinta?