Borse di studio universitarie, la grande emorragia al Sud
Secondo quanto affermano i dati dell’Ufficio statistico del ministero dell’Istruzione, le borse di studio che sono state realmente erogate agli universitari italiani, al Sud, sono il 67 per cento del totale. Uno studente su tre – tra quelli che ne hanno diritto per basso reddito familiare o merito in termini di voti alti – non riesce a beneficiarne poichè non ci sono soldi sufficienti. Con qualche “record” negativo: in Calabria, ad esempio, si arriva al 38 per cento delle borse di studio erogate, con la conseguenza che quasi due borse su tre non ricevono più nulla, mentre in Sicilia ha usufruito del premio solo il 43 per cento.
Le percentuali sono drammatiche anche altrove. Nel Lazio il 24 per cento degli studenti che aveva diritto alla borsa di studio era rimasto fuori, con percentuali pari al 25 per cento di senza borsa in Puglia, il 35 per cento in Sardegna.
Insomma, è sempre più diffusa, nel nostro Paese, la particolare figura dello studente idoneo non beneficiario. Che, cioè, identifica uno studente che pur avendo preso voti alti alla maturità, e pur avendo una brillante regolarità negli studi universitari, e pur avendo un reddito familiare non superiore ai 21 mila euro, non riesce a ottenere la borsa di studio per il semplice motivo che non vi sono fondi sufficienti.
La legge prevede invece che chi ha le caratteristiche di cui sopra (che sono variabili a seconda delle regioni) può avere diritto a una borsa di studio compresa tra i 1.500 e i 2.000 euro se risiede nella città universitaria, o tra i 4.500 e i 5.000 euro se è invece fuorisede. Eppure, un idoneo ogni cinque in Italia non riceve nulla.
Per quanto concerne le ragioni, l’Andisu, l’associazione che si occupa del diritto allo studio, ricorda come il problema sia finanziario, poichè lo Stato italiano spende sul tema 600 milioni di euro, quando in Germania l’intervento è di ben 4 miliardi di euro, mentre in Francia è di 3,6 miliardi di euro.
Tornando in Calabria, detentrice di un record negativo poco invidiabile, parla Salvatore Bullotta, assistente culturale del presidente della Regione Calabria, sulle pagine del quotidiano La Repubblica: “Nei nostri bilanci, costretti ogni anno a risanamenti, riusciamo a garantire 4,9 milioni per il diritto allo studio. Con fatica. I risultati sono le poche borse che onoriamo. A fine 2015 abbiamo tagliato l’agenzia regionale erogatrice e abbiamo girato il compito ai tre atenei. Per l’Università Magna Graecia di Catanzaro è la Regione Calabria a pagare i dipendenti. Abbiamo lavorato anche sui fondi europei: da lì, 80 milioni sull’università e una quota proprio sulle borse di studio. Ora dobbiamo alzare il bilancio ordinario, ma senza toccare altre partite”.