Fuga di cervelli, poche le assunzioni dei talenti italiani
Di fuga di cervelli si parla in maniera ciclica, e non certo per caso. Secondo quanto afferma l’Associazione Adi, Dottorandi e Dottorati di Ricerca Italiani, “i posti di dottorato banditi fanno registrare un trend in aumento. Nel 2017 tornano ai livelli del 2014, con 9.250 posti a bando, +5.5% rispetto al 2016. Ma in dieci anni si registra comunque un calo di posti pari a 6.483 posti (-41.2%)”.
Ad ogni modo, è evidente come il dato che spicca è soprattutto uno. Ovvero – afferma Andrea Claudi di Adi sul quotidiano Il Giorno – che solamente il 9,2% avrà una chance di essere assunto. Ne consegue che, prosegue Claudi, “il 90,8% sarà espulso dal sistema universitario: non significa che smetterà di fare ricerca, ma sarà costretto o a guardare all’estero o a cercare nel privato. Molti poi non metteranno a frutto le competenze acquisite durante il percorso universitario”. Tradotto in termini non troppo positivi, significa che che l’università continuerà a formare delle ottime professionalità, ma queste saranno poi costrette ad andare via, altrove.
Non tutta Italia è comunque dipinta con queste tinte. In alcune città la situazione sembra infatti essere meno negativa o, comunque, in grado di lasciare spazio ad alcune interessanti valutazioni. A Milano, ad esempio, è possibile incontrare due università tra le dieci che bandiscono più posti di dottorato, come il Politecnico di Milano (338 posti) e la Statale (250 posti). Sempre dai dati Adi, oggi lavora in Lombardia il 17,3% degli assegnisti di ricerca italiani, il 20,3% dei ricercatore a tempo determinato e il 16,2% dei ricercatori a tempo determinatio senior, ovvero coloro che alla fine dei tre anni di contratto possono aspirare finalmente a diventare professori associati, stabili.
Per quanto invece riguarda i ricercatori a tempo determinato, la maggiore concentrazione a Milano si trova alla Cattolica (145 ricercatori) seguita da Statale, quinta con 138 ricercatori, e dal Politecnico al settimo posto con 132 ricercatori. In termini di maggiori opportunità di stabilizzazione, 108 sono i ricercatori alla Statale, e 74 sono quelli al Politecnico, in terza e ottava posizione a livello nazionale.