Tasse universitarie, a Torino si pagano sulla base del merito

Secondo quanto è emerso dal tavolo tasse dell’Università di Torino, riunitosi all’inizio del mese, si sarebbe ridotto il gap tra gli studenti in regola con gli esami e quelli che invece sono definibili come fuoricorso, ma solo se hanno sostenuto un minimo di esami. Non un quadro definitivo della vicenda, considerato che il regolamento tasse dovrà ancora passare in cda, ma comunque una conferma dell’impianto di un approccio al tema simile a quello di partenza: come effetto della Legge di bilancio saranno ridotte le tasse, ma non a tutti, e per i fuoricorso, in particolare, lo saranno solamente in parte.

La novità più interessante introdotta a Torino è che, fatta eccezione per le matricole, le cui tasse saranno conteggiate sulla base dell’Isee, per la prima volta all’Università piemontese non si pagherà più solo in base al reddito ma anche in base al merito dello studente. È giusto? È sbagliato? Gli studenti non sembrano aver accettato di buon grado la novità, e già hanno avanzato delle controproposte.

Quel che è certo finora è comunque il lavoro compiuto dal tavolo tasse, che ha effettuato alcuni correttivi rispetto alla prima proiezione, che parlava per chi ha 20 mila euro di Isee di circa 490 euro di tasse per chi è in corso e di circa 581 per chi non lo è, con una differenza di circa 90 euro. Il gap, per questa fascia di reddito e per le altre fasce di reddito, è stato tuttavia gradualmente appianato, ma rimane comunque il minimo di 200 euro, mentre per i redditi fino a 13 mila euro la legge prevede l’esenzione totale, ma solo per chi è in corso.

Un discorso differente riguarda invece chi non soddisfa i requisiti previsti dalla legge: se al secondo anno non ha ancora dato dieci crediti, o 25 crediti in un anno se iscritto agli anni successivi, lo studente non ottiene infatti nessuna riduzione, e pagherà pertanto la stessa quota che avrebbe pagato quest’anno.

Come anticipato, non tutti gli studenti sembrano avere accettato di buon grado tale novità e, in particolar modo, alcuni desiderano proporre una progressività per chi è escluso dagli sconti.

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