Mai così tanti studenti universitari nel mondo
Il 2017 dovrebbe passare alla storia come l’anno del superamento di un nuovo record per la partecipazione studentesca alle Università di tutto il mondo: stando a quanto riporta un approfondimento de La Repubblica, infatti, sarebbero circa 200 milioni gli studenti che popolano gli atenei di tutto il mondo, rappresentando un terzo dei giovani in età di Università e, dunque, confermando un crescente appeal per la formazione di alto livello.
Tuttavia, non tutti i dati sono positivi, e a ricordarlo è un recente intervento di Anief, con il sindacato della scuola che sottolinea che mentre in gran parte del mondo il numero degli studenti universitari stia crescendo, nel nostro Paese si sta verificando una pericolosa controtendenza, alimentata anche da investimenti di natura pubblica e di natura privata che evidentemente non sono adeguati. Di fatti, sottolinea il sindacato, anche a causa di ciò l’Italia attrae pochi stranieri, e i laureati rimangono il 25,3% della popolazione tra i 30 e i 34 anni, contro una soglia minima del 40% prevista dall’agenda di Lisbona.
Insomma, sottolinea Anief per voce del suo presidente, Marcello Pacifico, purtroppo si continua a investire troppo poco per l’orientamento scolastico, e anche se la legge 107/2015 ha previsto degli investimenti per l’alternanza scuola – lavoro e anche se l’interesse al tema è ben evidente in tutta Italia, quasi nulla sembra poter essere vantato per cercare di ancorare i maturati al mondo accademico. Purtroppo, prosegue Anief, a rendere la situazione ancora più difficile è la condizione di media difficoltà che le famiglie incontrano, con gli stipendi bloccati per tanti lavoratori e il continuo innalzamento del tasse di iscrizione. Per gli studenti fuori corso, i costi di frequenza sono aumentati nell’ultimo decennio dal 25% al 100%.
Infine, Anief rammenta come le immatricolazioni a un corso accademico tra il 2003 e il 2013 siano calate del 20%, e come la tendenza al ribasso purtroppo non si sia ancora arrestata. Ulteriormente, è calata del 10% la quota di quindicenni che pensa di iscriversi all’Università (dal 50% al 40%) mentre in Italia la spesa pubblica pro capite per l’istruzione rimane pari a 1.103,89 euro annui, contro i 1.511,04 euro della media UE (ovvero, oltre un quarto in meno).