Erasmus, emorragia di studenti dall’Università di Genova

Che fine hanno fatto gli studenti Erasmus dall’Università di Genova? Un tempo punto di riferimento del movimento italiano, con l’Università del capoluogo ligure che spiccava per la sua “esterofilia”, vantando il fatto che gli studenti che per sei o nove mesi andavano in un altro Paese con il programma Erasmus erano l’1 per cento in più di quelli che partivano dall’Università di Torino, lo 0,3 per cento in più di quelli in partenza dall’Università di Pavia, lo 0,6 per cento in più rispetto alla media nazionale, il fenomeno sembra ora essersi invertito.

Stando ai dati relativi all’anno accademico 2014-15, ad esempio, il rapporto si è praticamente capovolto: lo 0,2 per cento in meno rispetto a Torino, l’1,3 per cento in meno rispetto a Pavia, e una percentuale in linea con la media nazionale, che ha fatto retrocedere visibilmente Genova.

Eppure, negli anni Novanta le cose erano molto diverse, visto e considerato che dalle facoltà dell’ateneo ligure partivano centinaia di studenti all’estero. Sul Secolo XIX racconta quel che è accaduto Leo Aldo Narducci, responsabile dell’ufficio Erasmus di scienze politiche, il primo ufficio Erasmus dell’ateneo, “Era il 1989 – ricorda – e il programma Erasmus stava muovendo i primi passi. Un collega che aveva da poco visitato l’Università di Sheffield me ne parlò. Così cominciai ad interessarmene e, un po’ alla volta, a stringere rapporti con università di altri Paesi, fino a collezionare un totale di 54 università partner”.

Sullo stesso quotidiano Narducci ricorda altresì che non sono stati pochi gli ostacoli da affrontare per incentivare l’Eramsus: “Da una parte l’ancoraggio sentimentale di molti giovani che non volevano partire perché avevano paura di soffrire la lontananza dalla fidanzata. In particolare tra i ragazzi, le ragazze erano molto più intraprendenti”. Dall’altra parte la resistenza di quei professori che ritenevano l’Erasmus una perdita di tempo, e non una fonte di arricchimento.

A queste resistenze, mai scalfite del tutto, si sono poi aggiunti altri fattori, come quello della crisi: gli studenti Erasmus ricevono dall’Unione europea una borsa di studio che oscilla tra i 230 e i 280 euro al mese. Troppo poco, evidentemente, per poter cullare sogni stranieri.

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